Il pendolare è un essere vivente studiato dagli scienziati sin dal secolo scorso.
Negli anni la catalogazione è diventata via via sempre più chiara e, grazie all’antropologo, naturalista e astrologo Mario Fluxus, oggi possiamo definire le varie specie.
Pendolare Edera: così chiamato perché si attacca agli altri pendolari e non li molla più. In genere si associa a compagnie di pendolari già costituite e rodate che detestano gli intrusi. Ma il pendolare Edera se ne frega perché non capisce di essere di troppo e continua nella sua arrampicata. Il pendolare Edera è odiato da tutti anche perché a volte scrocca pure le sigarette e le focacce.
Pendolare Robinia: prende bene su ogni terreno ed è difficile da estirpare. A differenza del pendolare Edera, il Robinia fa già parte di una o più compagnie di pendolari. E la sua particolarità è che sa tutto di tutto. Qualunque argomento si intavoli (stupidaggini di solito), lui deve essere il protagonista perché conosce molto bene l’argomento (ma non è vero), perché ha vissuto questa o quella esperienza in prima persona (tutte frottole), perché è dotato di buon senso (altra grande balla, perché in genere è uno sfigato che non sa mai con chi parlare perché nessuno lo ascolta).
Pendolare Cipresso: è sempre vestito di scuro, in perenne tenuta da lutto famigliare. È serio, non parla con nessuno, è solitario e non rivolge la parola a nessuno. Raramente alza lo sguardo dal giornale o dal libro e sempre e solo per punire con un’occhiataccia qualcuno che non gli va a genio.
Pendolare Ginepraio: se ci finisci in mezzo, sono guai. Al pendolare Ginepraio appartengono tutti i vostri ex compagni di scuola o di squadra, ex vicini di casa, ex colleghi di lavoro che non vedete da tempo e che preferireste non vedere mai più. Il pendolare Ginepraio vi intrattiene per almeno due ore su argomenti futili o addirittura imbarazzanti. Se il Ginepraio è un vostro ex-compagno di liceo vi chiederà se alla fine vi siete laureati. Se giocava con voi a basket, vi riporterà alla memoria quella volta che negli spogliatoi avevate buttato le mutande di Rossi nel cesso (il fatto è che lui vi ha scambiato per un altro perché Rossi siete voi e adesso sapete chi è il colpevole). Se invece il Ginepraio è un ex vicino di casa, vi dirà che siete cresciuti tanto in sua assenza.
Pendolare Quercia: inamovibile, da anni sulla stessa linea, stessa ora, stessa carrozza. Il Quercia sono ormai duecento anni che viaggia sulle Nord e a volte non si ricorda neanche più perché. È sempre solo e triste. La gente lo saluta per inerzia ma nessuno gli rivolge la parola perché pare porti pure sfiga. Il Quercia se domani non è sul treno non se ne accorge nessuno.
Pendolare Abete (o Ebete, dipende dai casi): è sempre frizzante e pieno di verve sin dal primo mattino. Ha un volume di voce sempre al di sopra della soglia del fastidio, ride e scherza come un cretino, dice cose stupide e crede di far simpatia con epiteti e idiomi stra-sentiti o prestati da una TV di scarsa qualità. Alcuni esempi: “ma sei proprio bastardo dentro”, “ciao gioia”, “cioè… è allucinante”, “quando il treno è in ritardo il controllore non osa passare”.
Pendolare Pino: è il nomignolo che hanno alcuni pendolari che si chiamano Giuseppe.
Pendolare Ortica: se ne sta lì tranquillo ma come lo guardi ti viene il fastidio. In genere lo trovi sui treni della sera, con un carico di stress addosso. Siccome l’Ortica è remissivo e placido d’animo preferisce sfogare il nervoso della giornata di lavoro staccandosi le pellicine dalle dita, mangiandosi le unghie, infilando le dita nel naso, nelle orecchie, tra i capelli. Un vero schifo da vomito istantaneo a cui non potete sottrarvi se non cambiando posto, treno o cittadinanza.
Pendolare Petunia: sa di essere gradevole di aspetto e ci marcia. Attira a sé tutte le femmine, come la petunia fa con le api. Fa il figo con le donne, fa il superfigo con gli uomini. Non è così fastidioso, però le sue scenette ormai vi hanno stufato e ne fareste tranquillamente a meno.
Pendolare Margherita: pensa di essere carina, ma ce ne sono cinquecentomila come lei. All’interno della compagnia del treno la Margherita vuole essere sempre al centro dell’attenzione. Si lascia sedurre dai maschi (sempre orripilanti), cede ai complimenti (sempre banali), emette risatine stupidine quando viene fatta una battuta (sempre vecchia o di cattivo gusto). Quando si registra una new entry femminile nella compagnia che magari è un po’ più bellina di lei (ma poco poco), passa il viaggio in silenzio, imbronciata, pensando al modo migliore per cacciare la rivale dal gruppo. In genere ci riesce, magari facendola licenziare dal suo posto di lavoro grazie a delle conoscenze incrociate. E torna al suo mediocre splendore.
Pendolare Rosa (o Nontiscordardimè): è una super gnocca (oppure un super modello). Non sono pendolari veri e propri, ma viaggiatori occasionali sui treni dell’odio. Capita raramente di incontrarli, sono sempre da sole/i e non aprono mai bocca con nessuno (anche perché non conoscono una parola di italiano), ma tutti rimangono a bocca aperta al loro passaggio. Si crea un improvviso silenzio. C’è chi si rifà il trucco, chi si sistema la cravatta, chi sviene dall’emozione, chi si spruzza il deodorante sotto le ascelle. Il pendolare Petunia, che sa di essere di bell’aspetto, si lancia in un approccio triste e imbarazzante che sfocia, in genere, in una denuncia alla Polfer per molestie e violazione del comune senso del pudore.
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5 commenti:
ahhh bella bella
uno edera lo conosciamo nostro malgrado anche noi..vero kioccia?
:#
mi sento un mix tra cipresso e quercia... devo preoccuparmi???
Deriva letteraria per roybattystrikes.
BELLISSIMO!.
Il pendolare PINO, buttato lì a bruciapelo, mi ha ucciso!!!
well done, Roy . Stupiscimi ancora!
CIAO!
x bb: pensa che io li conosco tutti quanti.
x lupo: no, non preoccuparti. che cosa dovrei dire io che sono un pendolare nontiscordardimè?
x rob: probabilmente c'è anche il pendolare pino silvestre che scende a Vanzaghello, ahahaha. A me ha fatto ridere...
bella roy.
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