martedì 8 maggio 2007
Lo zen e l’arte di viaggiare in treno - secondo racconto
Un giorno l’allievo e il maestro stavano viaggiando su un diretto per Laveno. L’allievo appariva molto preoccupato, perciò il maestro lo apostrofò: “Allievo caro, quale male nascondi nel profondo dell’anima? Apriti e liberati perché non sia più un peso obnubilante ma un fugace ricordo.” L’allievo un po’ imbarazzato rispose: “Maestro diletto, vedo uno spuntone arrugginito fuoriuscire dal sedile e provo timore che lei si possa pungere.” Il maestro sorrise e placidamente disse: “Ciò che tu vedi è solo il risultato di un fenomeno fisico ottico. Prova a vedere con gli occhi del tuo cuore e scorgerai…” Il maestro non fece in tempo a finire il suo pensiero che si punse. Allora disse: “Ahi, porca paletta. Questo spuntone è arrugginito e forse morirò di tetano.” L’allievo lo soccorse. “Maestro, la fortuna vuole che io viaggi sempre con il siero anti-tetano. Prenda, oh mio precettore.” Il maestro asciugandosi il sudore dalla fronte, sussurrò: “Grazie, mi hai salvato la vita. Questo però non ti autorizza a prenderti altre libertà e non inficia la nostra gerarchia, ok?” e l’allievo umilmente rispose: “Ok”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento